Verso una teoria della schizofrenia

I lavori proposti in questo volume costituiscono uno dei contributi più seri alla ricostruzione delle fasi iniziali della carriera “schizofrenica”.
Il gruppo di ricerca americano condotto da Bateson e Jackson sin dagli anni cinquanta si dedicò a studiare le modalità comunicative caratteristiche di famiglie in cui un membro presentava sintomi schizofrenici.
Alcuni anni prima che Laing ed Esterson iniziassero il loro lavoro in Europa, si dimostrò così che i comportamenti “folli” potevano essere resi ben comprensibili da un’analisi del contesto familiare.
Queste osservazioni hanno ancor oggi un significato profondamente innovatore.
Abituati a far coincidere le cose che uno fa con ciò che uno è, molti psichiatri e psicoanalisti sembrano spesso assai poco interessati a problemi che si verificano fra persone.
I numerosi esempi qui riportati dimostrano che è possibile analizzare il comportamento da un punto di vista radicalmente diverso: certo non si è così scoperta la vera causa del comportamento, ma è perlomeno possibile guardare in una prospettiva interpersonale a fenomeni perlopiù studiati da un punto di vista individuale.
La nuova prospettiva è in grado di orientare teorie e prassi degli operatori psichiatrici, ma richiede una svolta profonda nel loro atteggiamento di ricercatori e terapeuti.

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