Nel video sugli scontri a Piazza Navona, viene inequivocabilmente evidenziato l’addestramento paramilitare dei fascisti di “Blocco studentesco” e la conoscenza da parte di alcuni poliziotti del loro capo che un agente chiama per nome: restituendogli la mazza tricolore che uno studente gli aveva tolto.
Armando Mancini

Quello che è accaduto a Piazza Navona è documentato, ormai, in modo inequivocabile. Il tentativo di trasformare una manifestazione pacifica in uno scontro fra bande da parte dei giovani di Blocco studentesco e di Casa Pound è stato chiaramente favorito dal comportamento della polizia. Più tardi, gli stessi “giovani” hanno assaltato una sede Rai per dare “una lezione” ai giornalisti che avevano trasmesso il video che li riprendeva ma la polizia è arrivata tardi anche lì, quando l’assalto era già finito. Errori e ritardi delle forze dell’ordine sono ben comprensibili, d’altra parte, se si riflette sul bisogno, più volte manifestato dal governo, di attribuire a dei “facinorosi politicizzati” quella che era (ed è) legittima protesta di persone perbene. Quando poi esponenti di prestigio dell’attuale maggioranza come il non molto Onorevole Bocchino parlano dell’assalto alla Rai e delle minacce ai giornalisti come di reazioni comprensibili da parte di gruppi “provocati” dalla piazza, quella che si sente è davvero puzza di fascismo. Una puzza di cui qui in Italia non abbiamo davvero nessun bisogno.

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