Totò, la Lega e la malafemmena- l’Unità 07.07.09
La Lega Nord alle politiche del ’96, alla Camera, raccolse 3.776.354 voti e 59 deputati. Nel 2008, sempre alla Camera, ha raccolto il consenso di 3.026.844 cittadini italiani, che si è tradotto nella «nomina» di 60 deputati. In 12 anni il saldo è negativo per la bella cifra di 749.510 cittadini italiani. Checché se ne vada vaneggiando. VITTORIO MELANDRI
Quella che si è determinata intorno alla Lega è una leggenda metropolitana. Il radicamento sul territorio altro non è, nel Nord, che la capacità di trasformare in odio verso gli emigranti la paura e l’insicurezza dei cittadini. A livello di Parlamento i rappresentanti della Lega dimostrano una totale incapacità di ascoltare e di discutere per trovare soluzioni condivise e una aggressività becera, malata (un esempio per tutti la battuta di Calderoli su sesso e droga delle badanti), frutto di un evidente sentimento di inferiorità culturale. In termini di rapporto con il potere di «Roma ladrona», il piacere che hanno di goderne (avidamente) e la resistenza a staccarsene sono perfino più evidenti di quelle dei loro alleati e dei loro avversari. Quella che mi tornava irresistibilmente alla mente incrociandoli, a Montecitorio, era il tabarin in cui Totò Peppino incontravano le donne meravigliose dei loro sogni di adolescenti. La malafemmena essendo oggi e qui la politica e l’insieme dei luoghi in cui girano soldi e potere: un territorio privilegiato in cui i leghisti davvero si sono radicati. In modo purtroppo assai efficace.
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