Disoccupazione, non riguarda solo i giovani- l’Unità 08.10.11
Una crisi economica e politica così non l’avevo mai vissuta. Temo per la precarietà di un figlio (44 anni, moglie e una figlia piccola) e sono angosciato per l’altro (52 anni, divorziato con un figlio studente), disoccupato da oltre un anno che vive in casa mia quasi interamente a carico mio (84 anni) e della mia metà (77 anni) ambedue pensionati.
LIO COLONESI
«Il vostro giornale, che io leggo quotidianamente, parla spesso dei giovani disoccupati in cerca della prima occupazione, continua la lettera, e ciò è più che giusto, ma parla saltuariamente di quelli che hanno perso il lavoro a 50 anni, non ancora maturi per la pensione e che ora vivono ai margini perché è difficile che possano trovar lavoro alla loro età. Noi (io e la mia metà) quest’anno abbiamo comprato i libri e manteniamo il nipote diciassettenne a scuola. Senza i nonni sarebbe un giovane senza istruzione e senza lavoro. Che ne sarà di loro se noi “ce ne andassimo”?» Un grido d’angoscia che è lo specchio fedele, mi pare, di una realtà impietosa e del modo in cui si stanno creando giorno dopo giorno, nel nostro Paese, quelle che l’Istat ci presenterà domani come «nuove povertà»: in modo assai più diffuso e sistematico purtroppo di quanto questo governo, falso e triste, possa o voglia ammettere. All’interno di una situazione in cui un cambiamento di rotta è probabilmente ancora possibile. Purché si voti. Purché il principale responsabile del disastro prossimo venturo capisca che se ne deve andare.
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