Lo psichiatra Luigi Cancrini «Chi attacca la riforma l’ha affossata»- l’Unità 29.11.88
«I continui attacchi alla riforma sono ingiusti. Ed ancora di più lo sono perché vengono da politici che non sono capaci di fare il loro mestiere, che sparano a zero per nascondere le loro responsabilità». Luigi
Cancrini, psichiatra, consigliere regionale del Pci, è il vicepresidente della commistone sanità alla Pisana, «lo conosco centinaia di medici ed infermieri che fanno, con passione ed impegno, il loro dovere in questa città. Ma tutto viene disperso ed umiliato da amministratori inetti ed incapaci».
Ma tu come lo vedi lo stato della sanità a Roma?
È una situazione molto contraddittoria. Voglio dire questo: una persona, che ha una «guida» per muovercisi dentro o è fortunata, può ottenere livelli di assistenza ottimi, sia nel pubblico che nel convenzionato. Ma accanto a questo c’è un grande disordine, situazioni di vera e proprio degrado, rispetto al quale, in particolare negli ultimi anni, c’è stata una sostanziale convivenza ed indifferenza da parte degli amministratori,
Però non poche volte proprio le accuse più dure alla situazione della sanità vengono dagli amministratori comunali e regionali
L’amministratore pubblico che spara a zero sulla sanità, essendo lui il colpevole del disastro, mi sembra quantomeno poco leale e serio.
Retta il fatto che la sanità nella capitale noi brilli per efficenza. Quali sono le cause di questa situazione?
Il difetto fondamentale, a mio avviso, è quello organizzativo. Una separatezza tra amministratori ed operatori, favorita da una legislazione imperfetta e dal basso livello dei politici chiamati ad occuparsi di sanità.
Puoi spiegarti meglio?
Specialmente all’interno del pentapartito, quelli che hanno avuto in mano la sanità sono generalmente personaggi di secondo piano, che si sono trovati davanti un compito molto superiore alle loro capacità. E le logiche degli affari e degli appalti, quella personalistica nel rapporto con gli operatori e gli utenti, hanno avvelenato il clima.
Ritorniamo un momento alla riformi. Si è formata una burocrazia enorme…
Ma esisteva già prima, Vedi, c’è un problema particolare del doporiforma che riguarda Roma. La legge aveva deciso il passaggio al servizio sanitario nazionale delle vecchie mutue, che avevano a Roma tutte le
loro direzioni. Ciò ha causato un «surplus» di personale e burocrati, molti dei quali reclutati negli anni precedenti senza tener in alcun conto la produttività delle aziende. Tutto questo personale non preparato, si è poi trovato maldiretto da molti politici. Basti dire che ci sono Usl dove non è stato possibile nominare i coordinatori sanitari perchè alcuni di questi burocrati si sono rifiutati di spostarsi da una Usl all’altra e nessuno è stato capace di imporglielo.
Secondo te perché è così difficile riportare ordine nella sanità?
Quello che non ha mai funzionato, anche durante le giunte di sinistra, è il consiglio comunale, che dovrebbe controllare l’attività delle Usl ed invece ha lasciato a loro tutto il potere.
L’assessore De Bartolo afferma che ha cercato di contrastare questa situazione con la riduazione delle USL da venti a dodici
De Bartolo è il peggior assessore alla sanità che sia mai stato in Campidoglio. Con la sua riduzione ha solo appesantito la situazione, creando nuovi disagi agli utenti. Lui ha dato alla sanità bastonate terribili. Ora si
rende conto di aver sbagliato e rilancia chiedendo nuove riduzioni. Ma non è questa la strada.
E qual è allora la soluzione?
lo credo che la situazione possa migliorare anche rapidamente se si decide di governarla. Ti faccio alcuni esempì: sono in arrivo 3000 miliardi per la ristrutturazione degli ospedali, bisognerebbe spendere finalmente i 10 miliardi stanziati dalla Regione tre anni fa per informatizzare il sistema sanitario, c’è una buona legge sull’assistenza domiciliare che potrebbe evitare sofferenze ai malati e il sovranumero negli ospedali. Inoltre, si dovrebbe fare un serio aggiornamento per tecnici ed amministratori. Insomma, se Comune e Regione fanno il loro dovere c’è qualche possibilità di miglioramento. Invece si attacca la riforma per difendere la propria incapacità
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