Una privacy per la casta- l’Unità 13.06.09

Una privacy per la casta- l’Unità 13.06.09

Giugno 13, 2009 2001-2010 0

Come cittadini siamo sconcertati dal provvedimento appena votato dalla maggioranza, per limitare le attività investigative della Magistratura e la libertà di stampa sui processi in corso. Così, si difende la
privacy dei delinquenti, non quella dei cittadini di cui bisogna invece tutelare la sicurezza.
MASSIMO MARNETTO

Il presidente dell’ANM, Palamara, ha più volte sottolineato che le intercettazioni telefoniche sono utili in una fase dell’indagine in cui non ci sono prove sufficienti per elevare un’accusa e diventano del tutto inutili dopo, quando le prove ci sono già. Avendo in vigore la legge approvata giovedì dalla Camera, in realtà, sarebbero liberi ancora oggi gli stupratori della Caffarella, gli amministratori coinvolti in tanti
scandali della sanità o degli appalti (il caso Romeo) e un grande numero di camorristi e di mafiosi. Ridicolo sentirsi ripetere oggi dai rappresentanti della maggioranza che loro difendono in questo modo la privacy del cittadino. La privacy tutelata in questo modo infatti è solo quella di un numero ristretto di persone: delinquenti comuni, esponenti della criminalità organizzata e Vip poco puliti della finanza e della politica.
Come bene hanno dimostrato in fondo, tradendo il mandato dei loro elettori, quei 20 politici dell’opposizione che, nel segreto dell’urna, si sono associati al sì della maggioranza. Nel superiore interesse della casta cui sentono ormai di appartenere.

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