Guerra: il sentimento diffuso della complessita’ del reale

Guerra: il sentimento diffuso della complessita’ del reale

Maggio 16, 2022 2021 ad oggi, riflessioni 0

Non puo’ esserci guerra, nel mondo, se non ci sono grandi gruppi di persone disponibili a lasciarsi travolgere dalla scissione. Dalla regressione ad un livello borderline di funzionamente della loro mente. Il buono e il cattivo, la separazione netta e violenta del male ( l’altro, le parole, le idee, la propaganda dell’altro ) dal bene ( che siamo noi, da quest’altra parte del fronte ) e’ possibile solo se c’è una sospensione della nostra capacita’ di ragionare. Lo notava con amarezza Freud quando i clamori delle folle convocate da Hitler arrivavano fino alla Bergasse dove lui si preparava all’esilio di Londra. Comincia a sentirlo oggi, desiderando la tregua e la pace, una maggioranza tendenziale degli italiani che sembrano non accettare piu’ la tendenza di troppi giornalisti e politici ad identificarsi con le ragioni di una guerra che puo’ essere solo vinta o persa. E’ questo, penso, il bello della democrazia, il sentimento diffuso della complessita’ del reale e della relativita’ del giudizio che ne sono la premessa e la garanzia e che cosi importanti sono per tutti quelli che si occupano di psicoterapia. Di cui penso sempre che dovrebbero essere incapaci, naturalmente e per scelta, di affrontare la follia della guerra: come il Piero della canzone di Fabrizio De Andre’.

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